IL BILANCIO CONSUNTIVO 2023

Maggio 21, 2024

Il Bilancio Consuntivo dell’esercizio 2023 è stato approvato dal Consiglio di Indirizzo Generale nella riunione del 30 aprile 2024 e rappresenta la sintesi contabile dell’azione amministrativa svolta nel corso del quarto ed ultimo anno dell’attuale consigliatura.

Il risultato in esso rappresentato evidenzia un avanzo complessivo di € 18,42 milioni, il più alto della storia di ENPAPI.

Un risultato ampio e ripagante che premia l’azione amministrativa della governance, insediatasi quattro anni fa per condurre un Ente che tentava di riemergere da una situazione estremamente complicata ed accompagnarlo per un quadriennio che, a conti fatti, non si è dimostrato il più agevole da affrontare.

Il risultato ottenuto, che si può comprendere nel dettaglio nel documento stesso, è anche legato agli ottimi rendimenti patrimoniali (3.15% lordo e 2.64% netto che corrispondono, in valore assoluto, rispettivamente a 30,92 e 25,89 milioni di euro), superiori al più alto tasso di rivalutazione dei montanti riscontrato degli ultimi 14 anni (2.31%).

La positività del dato, deve essere letta, ed è questo l’elemento di maggiore soddisfazione, alla luce dell’analisi puntuale degli strumenti finanziari che hanno generato i proventi.

Dei 30,92 milioni complessivi lordi di rendimento, 21,22 milioni (circa il 69%) sono stati generati da investimenti sottoscritti o ristrutturati sulla base di delibere assunte durante l’attuale consigliatura. In particolare, i soli nuovi prodotti sottoscritti nell’ultimo quadriennio, che rappresentano una quota di patrimonio inferiore al 30% del totale degli investimenti complessivi dell’Ente, hanno generato oltre la metà dei rendimenti 2023; un’importante prova della corretta strada intrapresa.

Tornando al dato di avanzo complessivo, emerge che la sua componente di maggior rilievo è sicuramente quella gestionale, sulla quale hanno inciso innovazioni e razionalizzazioni regolamentari, che ha permesso di conseguire un risultato talmente rilevante che il completo rientro del patrimonio netto in territorio positivo, fino a tre anni fa ritenuto un traguardo remoto, appare ora non così lontano.

Osservando i dati attuali e ricordando quelli prodotti e lasciati dalle precedenti consigliature è possibile cogliere appieno il valore delle scelte messe in campo nel corso del quadriennio seguendo l’unica rotta percorribile, quella del risanamento.

Ricordiamo quelle più importanti legate alla ristrutturazione di un portafoglio scarsamente redditizio, pervaso da strumenti finanziari illiquidi, in molti casi gestiti in maniera assolutamente inadeguata, in presenza di commissioni fuori mercato e con vincoli di investimento futuri immensi.

Solo un’azione decisa e perseverante è riuscita a ristabilire l’equilibrio del portafoglio in tempi anche più brevi delle migliori previsioni, conseguendo altresì risparmi di commissioni milionari oltre alla drastica riduzione degli impegni di sottoscrizione di fondi che sono stati abbattuti dai 387 milioni di euro al 31/12/2016 ai 43 milioni attuali.

Anche dal punto di vista strettamente bilancistico, le dolorose ma doverose scelte operate negli ultimi esercizi, riducendo i valori di alcuni assets mobiliari ed immobiliari, hanno consentito l’attuale rappresentazione sicuramente più aderente, rispetto al passato, ai concetti di veridicità e correttezza contabile.

Dal punto di vista gestionale, il concetto di risanamento non può non coincidere con quello di risparmio ed infatti il contenimento delle spese di funzionamento è sempre stato in cima alle priorità del Consiglio.

La media annua delle spese generali di gestione dell’ultimo quadriennio (7,6 milioni di euro) è inferiore del 15% rispetto alla media dell’ultima consigliatura prima della fase commissariale (8,88 milioni di euro). Nel quadriennio la riduzione degli oneri di funzionamento ha consentito un risparmio complessivo di oltre cinque milioni di euro rispetto al quadriennio antecedente la gestione commissariale del 2019.

Questi risultati ottengono una valenza anche maggiore se si considerano le difficoltà sociali (pandemia da COVID), macroeconomiche (inflazione più alta degli ultimi 40 anni e, quindi, massima rivalutazione dei montanti) e geopolitiche (conflitti bellici) che hanno caratterizzato il quadriennio che si sta portando a termine.